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11 Agosto 2023

Progettare con il supporto degli strumenti AI: work in progress


Come stanno andando i vostri esperimenti di design con gli strumenti AI?

Noi ne stiamo facendo diversi, con cauto entusiasmo e un faro puntato sui rischi e le zone grigie.

Qui vi condivido un colpo d’occhio e un dettaglio su un codesign sperimentale di 2 ore che ho preparato con e per i miei colleghi Claudio Caterina moreno Valentina Antonio Nicolò e Silvia (quest’ultima si è inserita come osservatrice e a un certo punto si è buttata nella mischia 💪).

È stato un momento di ricerca e sviluppo derivato da un recente progetto finito per un nuovo cliente. C’erano molti spunti emersi su cui volevamo confrontarci per tirare fuori alcune idee che erano rimaste appese lì. Volevamo riprenderle e giocarci un po’, magari qualcuna di quelle diventerà un argomento di discussione da proporre al nostro cliente, come opportunità di esplorazione o innovazione.

Com’è andata? Da rifare assolutamente

Ci siamo divertiti. È stata un’occasione per “imparare facendo”. Alcuni dei partecipanti che si stavano ponendo in modo guardingo e sospettoso verso gli strumenti AI hanno abbassato le difese e hanno iniziato a giocarci come bambini con la sabbia al mare.

Alla fine delle 2 ore ci siamo presi qualche minuto per fissare alcuni punti di attenzione emersi riflettendo sui parametri della nostra bussola etica (accessibilità, fiducia, sicurezza, inclusione e autonomia):

Privacy e GDPR, fiducia, inganno, esclusione: primi punti di attenzione certi

📌 Midjourney è in grado di rielaborare un’immagine partendo da una foto di un ambiente personale. Questa foto può contenere dettagli privati (avete presenti le classiche foto sul frigorifero, per dire?). La versione free di Midjourney rende pubblica la foto rielaborata. Con la versione a pagamento, il problema non cambia: stiamo dando in pasto a una terza parte una foto nostra o di altri e questa parte non risiede in EU. C’è una zona grigia su privacy e GDPR qui. Lo stesso problema si pone con altri tool, per esempio Bard (anche se va detto quest’ultimo sulla privacy sembra essere molto più a norma di altri)

📌 se proponiamo soluzioni che prevedano le interazioni tra un essere umano e AI che risponde come un essere umano, abbiamo il dovere di evidenziare che questa interazione sta avvenendo con una macchina

📌 nel nostro codesign, gli elaborati visivi generati da AI erano un evidente promessa eccessiva: troppo belli, troppo romantici, troppo ricchi. Quando vengono usati per capire i gusti del cliente, questi elaborati possono risultare manipolativi

📌 su quali contenuti originali sono basati quelli proposti dagli strumenti AI? Vorremmo conoscere le fonti e sapere se stiamo violando qualche copyright

📌 alcune delle idee emerse prevedono che gli attori dei due scenari su cui stavamo lavorando scrivessero un prompt. Per avere buoni o ottimi risultati, bisogna saperlo fare e questa è una barriera. Inoltre, anche se trovassimo il modo di far scrivere un buon prompt da persone non del mestiere, quanto sono accessibili questi strumenti?

Dettaglio della Miro board in cui si vedono le prime riflessioni fatte dopo aver provato a fare codesign supportato da strumenti di intelligenza artificiale. Le abbiamo parcheggiate nella nostra bussola etica, un grafico a diamante di forma pentagonale, diviso in 5 fette graduate per gravità/criticità (verso il centro gli appunti per noi più critici). Le 5 aree sono quelle del nostro Ethical Compass: Accessibilità, Fiducia, Sicurezza, Inclusione, Autonomia e autodeterminazione.
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